Il rapporto di McCain con le primarie del New Hampshire ha un che di epico. Le vinse una prima volta nel gennaio del 2000, quando, facendo leva sul suo appeal sugli elettori indipendenti (in quello Stato la consultazione è aperta anche ai non iscritti al GOP) batté il candidato dell'establishment George W. Bush. Sei mesi prima, a luglio, aveva propagandato un suo comizio in una cittadina di quello Stato promettendo un gelato gratis a ciascun simpatizzante che fosse accorso ad ascoltarlo: si erano presentati in quaranta. A gennaio, quando si votò, ottenne il 48,5% dei consensi contro il 30% di Bush, con uno scarto di oltre 43mila voti ed un picco del 62% tra gli elettori indipendenti.
Poi Bush, giocando molto sporco, si prese una decisiva rivincita alle primarie del South Carolina, e alla fine ebbe la meglio; ma da lì McCain rimase l'uomo simbolo della sfida all'establishment, e quel suo particolare carisma restò legato alle primarie del New Hampshire.
Nel gennaio del 2008 McCain ripeté l'impresa, battendo Mitt Romney che ambiva a rivestire la stessa parte in commedia che era stata di Bush otto anni prima. Sino ad allora la campagna di McCain era parsa in profonda crisi, ma da lì in poi il senatore dell'Arizona riprese quota, rispolverando per l'occasione l'epiteto clintoniano di comeback kid.
Faceva quindi uno strano effetto vederlo ieri fianco a fianco dell'ex antagonista, proclamare che Romney "guiderà l'America come fece Reagan". E pensare che nel 2008 uno dei suoi sfottò preferiti contro l'ex governatore del Massachusetts era giocato proprio sulle opportunistiche prese di distanza dal reaganismo con le quali che Romney si era baloccato quando aveva vanamente tentato di soffiare a Ted Kennedy la rielezione al senato.
Nel bestseller retroscenista Game Change di Mark Halperin e John Heilemann si narra che in privato i suoi epiteti standard per definire Romney erano "asshole" e "fucking phony" (grosso modo: "stronzo" e "bugiardo del cazzo").
Ieri però ha accettato di girare pagina e correre in aiuto dell'ex avversario che ormai sembra sempre più favorito ma al contempo sempre più zoppo e con il fiato corto.
"Ah" - ha aggiunto ridendo al termine del suo intervento - "dimenticavo di congratularmi per la travolgente vittoria di ieri notte". Ma Romney a questa battuta non ha riso. Dopo la vittoria di Pirro dell'altra notte in Iowa, ha disperatamente bisogno non di vincere - questo è sin troppo scontato - ma di stravincere le primarie del New Hampshire di mercoledì prossimo. Altrimenti, alle successive del South Carolina potrebbe andare incontro a guai speculari a quelli che McCain ebbe dodici anni fa.
Ed ecco che nel momento del bisogno il senatore dell'Arizona torna nel "suo" New Hampshire a tendergli la mano.
Un atto di lealtà, come quello con il quale Romney, battuto, gli aveva concesso il proprio endorsement nel febbraio del 2008? Questa è la motivazione che ieri ha dato lui, quando in serata sono apparsi assieme su Fox News ("durante la mia campagna mi ha aiutato come pochi, siamo diventati amici)". In realtà potrebbe essere stato un atto di lealtà nei confornti del partito, più che nei confornti di Romney personalmente. Ma potrebbe anche aver giocato la legittima ambizione: il desiderio di contare ancora, di avere ancora una volta un ruolo di primo piano. Infine, può darsi che abbia avuto un ruolo Charlie Black, lobbista che lavorò alla campagna di McCain nel 2008, e che recentemente è entrato nello staff di Romney.
Quanto McCain sia tutt'ora amato dall'elettorato del New Hampshire lo si capiva dal fatto che è stato Romney a tenere il comizio di apertura, mentre a lui è stato riservato l'onore di parlare per ultimo.
Sulle note di "Danger Zone", colonna sonora del film Top Gun (doppia allusione: al suo passato di eroe di guerra nell'aviazione della marina militare, ma anche al suo soprannome politico "Maverick", che è pure il nome di battaglia del protagonista del film di Tony Scott) si consuma quello che ad oggi e' senza dubbio l'endorsement più "tosto" che Romney abbia incassato sino ad oggi. Quanto gli servirà?
Sulle note di "Danger Zone", colonna sonora del film Top Gun (doppia allusione: al suo passato di eroe di guerra nell'aviazione della marina militare, ma anche al suo soprannome politico "Maverick", che è pure il nome di battaglia del protagonista del film di Tony Scott) si consuma quello che ad oggi e' senza dubbio l'endorsement più "tosto" che Romney abbia incassato sino ad oggi. Quanto gli servirà?
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