A poco più di 24 ore dal primo attesissimo faccia a faccia in diretta televisiva contro Mitt Romney, un siluro inatteso ha colpito ieri sera la campagna per la rielezione di Barack Obama. Si tratta di un vecchio filmato, non un video "segreto" o "rubato" come quello che ha recentemente imbarazzato Romney, bensì già di pubblico dominio e però trascurato e dimenticato un po' da tutti. Preannunciato su Twitter dal solito Matt Drudge, pubblicato dal sito web The Daily Caller con il titolo "L'altro discorso di Obama sulla razza", il video è stato infine lanciato in pasto al grande pubblico, in prima serata, dalla seguitissima emittente televisiva conservatrice Fox News con lo spoiler "Discorso carico di contenuti razziali mina l'immagine che Obama si era accuratamente costruito".
Il contenuto del filmato è un discorso tenuto da Barack Obama nel giugno del 2007 davanti ad una platea di sacerdoti di colore, in cui l'allora senatore accusa senza mezzi termini il governo federale degli Stati Uniti di aver deliberatamente discriminato gli afroamericani nel prestare assistenza alle vittime dell'uragano Katrina. Più precisamente, obama accusa il governo di aver dedicato più attenzione e più risorse alle vittime dell'Undici Settembre, e a quelle dell'uragano Andrew che copì la Florida nel 1992, perché prevalentemente "bianchi", e molte meno a quelle di Katrina perché queste ultime erano in gran parte neri di New Orleans. "Per loro hanno stanziato fondi, hanno fatto leggi speciali. E per voi? Dove sono i vostri dollari?" domanda tra gli applausi Obama, che parlando anche a braccio (cosa rara per lui) si spinge poi a paragonare il disinteresse delle istituzioni rispetto al disastro di Katrina a quello cui si era assistito in occasione della rivolta di Los Angeles del 1992, un dramma che ha poi assunto una enorme rilevanza simbolica nella polemica interraziale americana.
Il contenuto del filmato è un discorso tenuto da Barack Obama nel giugno del 2007 davanti ad una platea di sacerdoti di colore, in cui l'allora senatore accusa senza mezzi termini il governo federale degli Stati Uniti di aver deliberatamente discriminato gli afroamericani nel prestare assistenza alle vittime dell'uragano Katrina. Più precisamente, obama accusa il governo di aver dedicato più attenzione e più risorse alle vittime dell'Undici Settembre, e a quelle dell'uragano Andrew che copì la Florida nel 1992, perché prevalentemente "bianchi", e molte meno a quelle di Katrina perché queste ultime erano in gran parte neri di New Orleans. "Per loro hanno stanziato fondi, hanno fatto leggi speciali. E per voi? Dove sono i vostri dollari?" domanda tra gli applausi Obama, che parlando anche a braccio (cosa rara per lui) si spinge poi a paragonare il disinteresse delle istituzioni rispetto al disastro di Katrina a quello cui si era assistito in occasione della rivolta di Los Angeles del 1992, un dramma che ha poi assunto una enorme rilevanza simbolica nella polemica interraziale americana.
Accuse per nulla originali, anzi molto diffuse all'epoca. Ma decisamente inconsuete in bocca ad uno come Obama, che a fatica era sin qui riuscito a non farsi intrappolare nel cliche del politico "nero arrabbiato", ed in questi quattro anni di presidenza ha schivato questo tipo di polemiche razziali al punto tale da vedersi accusare di "conservatorismo" in un saggio recentemente apparso sul mensile The Atlantic (nel quale, ironia della sorte, a sostegno di questa tesi si menziona ripetutamente il suo ostinato rifiuto a riconoscere una componente di discriminazione razziale nella inadeguatezza dei soccorsi post-Katrina...). E invece in questo video appare proprio così, un tipico politico "nero arrabbiato" che facendo ricorso alla tradizionale retorica del ghetto di Chicago strappa applausi ad una platea di "neri arrabbiati".
Dettaglio importante: ad ascoltarlo ed applaudirlo c'è anche il famigerato Reverendo Jeremiah Wrigh, il quale era stato il suo padre spirituale e mentore (il titolo del bestseller elettorale di Obama "L'audacia della speranza" era mutuato da un suo sermone), ma che di lì ad un anno sarebbe stato il protagonista del momento più difficile per la sua prima campagna presidenziale, quando emersero dei filmati di suoi sermoni dai contenuti politici estremisti e antiamericani, anche in quel caso incentrati su accuse di razzismo alle istituzioni. Allora Obama riuscì a divincolarsi con maestria da quella situazione scabrosa scegliendo di non limitarsi alla ferma ma ovvia presa di distanza da quello che in effetti era stato un suo fondamentale punto di riferimento politico oltre che spirituale, ma rilanciando con un "discorso sulla razza" dal titolo "A more perfect Union", rimasto celebre (basti pensare che anche in Italia è tutt'ora disponibile in un volume con il testo a fronte), nel quale, giocando sulla propria biografia di figlio di una coppia interetnica si proponeva come leader di un superamento delle contrapposte acrimonie tra razze.
Quel passaggio è fondamentale per capire l'intento scandalistico del "nuovo" video lanciato ieri sera dal Daily Caller e da FoxNews.
Prosegue su Good Morning America
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