Il primo scoop fu lo fece Slate tre mesi fa, pubblicando un pezzo di Sasha Issemberg dal titolo “La Balena Bianca di Obama”: l'autore rivelava che l' “arma segreta” tecnologica di Obama nella campagna elettorale per la rielezione sarebbe stato un super-database dei militanti e simpatizzanti organizzato in modo da tener conto del profilo di ciascuno e di conseguenza gestire al meglio tutte le risorse economiche e non rappresentate da ciascuno. In quell'articolo si raccontava soprattutto di come questo nuovo sistema avrebbe consentito di inviare email “intelligenti” tarate sulle specifiche preferenze ed inclinazioni di ciascuno: messaggi dai toni più radicali o più moderati, incentrati su di un tema piuttosto che su di un altro, a svariati gruppi e categorie di persone, in modo da ottimizzarne l'efficacia.
Tempo un mese, e il New York Times (pur senza menzionare il bizzarro nome “Operazione Narvalo”) confermò che la macchina elettorale di Obama for President stava investendo moltissimo sulla “schedatura” dei simpatizzanti tramite Facebook e i social network in genere (ad esempio tramite i click sul pulsante “mi piace”), e raccontò che al quartier generale di Chicago era stato reclutato uno scienziato dei media, Rayid Ghani, solo per decidere le tonalità cromatiche di foto e sfondi del sito web della campagna.
Da ieri sappiamo qualcosa di più grazie ad un quotidiano britannico, il Guardian, che è tornato sull'argomento dell' “arma segreta tecnologica” di Obama 2012 rivelando dell'imminente lancio di un nuovo strumento denominato “Dashboard” (letteralmente: “cruscotto” - ma è un termine già da tempo in uso nel gergo della gestione dei siti web), che viene definito nientemeno che come “il possibile Sacro Graal della mobilitazione politica via Internet”.
Uscito su Good Morning America
Nessun commento:
Posta un commento