mercoledì 2 settembre 2009

OBAMARKETING: "YES WE CAN" NON VENDE PIU'?

Non mi riferisco al dato demoscopico americano, ossia ai sondaggi dell'ultima settimana che segnalano un calo di popolarità tra gli elettori pressoché senza precedenti, per rapidità dopo l'elezione.

Mi riferisco, invece, al dato commerciale italiano, ossia all'esaurimento della "richiesta" di monografie dedicate ad Obama e/o alla "sua" america, rilevato oggi da Christian Rocca.

A quanto pare, il corrispondente de Il Foglio ha parlato con qualche collega che ha recentemente tastato il terreno per vedere di piazzare un suo lavoro su Obama, e che si è sentito opporre una serie di dinieghi che un po' mi ricordano quelli cui - si parva licet... - incappò nel suo piccolo il sottoscritto un anno fa quando osò proporre una monografia su John McCain. Anche la motivazione - a mio avviso non sincera, come dirò - è la stessa: trattasi di "storia già raccontata esaustivamente ogni giorno dai quotidiani, dalle riviste e dalle televisioni".

Balle. Quotidiani, riviste e televisioni si comportavano alla stessa maniera anche l'anno scorso, quando pareva che negli USA si disputasse un'elezione con un candidato unico come nell'Iraq di Saddam. Eppure, ciò non trattenne gli editori italiani dalla foga bulimica con la quale si strafogarono di testi obamamaniaci.

Meno di un anno fa (13 ottobre 2008), scribacchiando su "ITALIAN BLOGS FOR MCCAIN", mi divertii a descrivere il fenomeno della epidemia di obamamania editoriale italica. Non credo fosse mai accaduto in precedenza che in Italia venissero pubblicati la bellezza di 10 (dieci) libri di e/o su un candidato alla Casa Bianca prima delle elezioni americane. Eppure, stavolta è successo.

L'inventario era questo:

1) "Barack Obama. Si può fare" , di B. Obama e L. Rociack (Casini, 2008)
2) "Yes, we can. Il nuovo sogno americano", di B. Obama (Donzelli, 2008)
3) "L'audacia della speranza. Il sogno americano per un mondo nuovo" di B. Obama (prefazione di Uòlter "Si può fare" Veltroni - Rizzoli, 2007)
4) "Barack Obama. La rockstar della politica americana", di G. Moltedo e M. Palumbo (UTET, 2007 - ora ripubblicato come "Barack Obama. 44° presidente USA")
5) "I sogni di mio padre. Un racconto sulla razza e l'eredità", di B. Obama (Nutrimenti, 2007)
6) il misconosciuto ”Perché Obama. La sfida dell'altra America”, di tal Stefano Romita.
7) la monografia di Giuliano da Empoli uscita per la Marsilio, a mio avviso ancora oggi il più interessante prodotto editoriale italiano su Obama (anche se di fatto si tratta di un assemblaggio di articoli usciti su Il Riformista);
8) la traduzione di un’agiografia made in Chicago per i tipi della Cairo Editore (la stessa che pubblicò il mitico "No Sex in the City" dell'altrettanto mitico Mauro Suttora);
9) una raccolta di "discorsi per la presidenza" di Obama, edita dalla Donzelli dopo aver già pubblicato mesi fa una analoga raccolta di discorsi meno recenti (a quando l’istituzione di un’apposita collana?);
10) infine la Rizzoli, dopo aver ripubblicato in versione economica l’autobiografia di Obama con prefazione di Veltroni, uscì prima delle elezioni con un’edizione del discorso di Obama “Sulla razza” addirittura con testo a fronte!

Post-elezioni, la lista si è allungata del 100%:

11) "Barack Obama ha votato per te. Tutto quello che avresti voluto sapere sul presidente degli Stati Uniti e che lui non ha mai avuto il coraggio di dirti", di Dietnam & Mist (TEA)
12) "Caro Obama, ti è già venuta qualche buona idea? Le lettere dei bambini al presidente Obama" (sic! giuro che è vera - e l'editore è Mondadori)
13) "Un nuovo inizio. Il discorso che segna la svolta tra Stati Uniti e Medio Oriente" , di B,. Obama (Castelvecchi - con testo a fronte)
14) "L' era della responsabilità", di B. Obama (Cooper)
15) "La mia fede. Come riconciliare i credenti con una politica democratica" , di B. Obama (Marsilio)
16) "Obama. Yes we can", di A. Painter (Baldini Castoldi Dalai - premio per il titolo più fantasioso. Quello originale, per la cronaca, era "Obama: The Movement for Change")
17) "Obama leadership. Cosa possiamo imparare come manager e come persone" , di F. Mioni e M. Rotondi (Franco Angeli)
18) "Obama S.p.A. I segreti del presidente USA per vincere nel business" di B. Libert e R. Faulk (Etas)
19) "Barack Obama. Come e perché l'America ha scelto un nero alla Casa Bianca" , di L. Clerico (Dedalo)

Quasi venti titoli in poco più di un anno, signore e signori. Su John Kennedy, oggi come oggi ne trovate circa la metà. Su Reagan, ne trovate un decimo (equamente ripartiti: uno a favore, l'altro contro).

Quindi, altro che "quotidiani, riviste e televisioni": sono proprio gli editori di libri ad essersi ingolfati di una enormità di pubblicazioni su Obama, al punto di dover anteporre, oggi, l'esigenza di svuotare i magazzini a quella di pubblicare testi aggiornati all'attualità.

Stando alla segnalazione di Camillo, in questo ingorgo riusciranno a farsi strada solo tre titoli "aggiornati": quello di Pistolini (di gran lunga il miglior agiografo italiano del 44esimo presidente), quello di Calabresi (della cui inattendibilità in materia mi accadde di discettare quando era ancora aspirante direttore di Rep. e non ancora neodirettore del La Stampa), e il "Renegade" di Wollfe - cui potrebbe aggiungersi a breve un nuovo volume dell'ottimo Maurizio Molinari.

Morale della favola: il "raffreddamento" nei confronti di Obama da parte dell'editoria italiana appare del tutto analogo ed omogeneo rispetto a quello da parte degli elettori americani: reflusso, dovuto al fisiologico sgonfiamento di una "bolla" formatasi, non senza una certa isteria, l'anno scorso.

3 commenti:

Il Romanaccio ha detto...

Bel lavoro Alessandro,

guarda il mio articolo sul libro della Malkin!

http://www.loccidentale.it/articolo/obama+e+il+suo+team+di+evasori+fiscali%2C+truffatori+e+compagni+di+merende.0077343

Alessandro Tapparini ha detto...

Grazie, Andrea!
Non posso che contraccambiare, anche tu non ti sei risparmiato... ;)

Anonimo ha detto...

"Businness is businness", si dice, no?
Il mercato si è ingozzato di Obama, favorendo una distorsione mediatica a molti livelli: quello politico, quando molti partiti hanno fatto proprio l'Obamismo anche quando avevano poco a spartire con Obama ed il suo progetto, quello sociale, diffondendo l'idea che Obama avrebbe salvato il mondo (quando è ovvio che un presidente di qualunque nazione favorirà per prima cosa il proprio paese), ed infine, ma non da ultimo, quello economico, come correttamente hai fatto rilevare.
Si sa, gli eccessi non giovano mai.

Wikio

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