Spassoso pezzo sull'ultimo numero di Newsweek dedicato al rapporto difficile nella “strana coppia” Nicolas Sarkozy - Barack Obama. O meglio: alla difficoltà che Sarko avrebbe nel gestire la propria "invidia".
Secondo il settimanale americano (testata da sempre schieratissima con il 44esimo inquilino della Casa Bianca), il presidente francese sarebbe affetto da un vero e proprio “Complesso di Obama”. Primadonna com'è, non digerirebbe il fatto di essere destinato a vedersi costantemente rubare la scena dal collega amerikano, altrettanto egocentrico ma sempre avanti di una spanna, non solo in termini di importanza del paese che governa ma anche in fatto di popolarità:
“un recente sondaggio della Transatlantic Trends mostra che Obama gode di un fenomenale 88% come tasso di popolarità in Francia, mentre Sarkozy solitamente si ferma sotto al 50%”.
Inoltre, l'Eliseo si vedrebbe frequentemente scippare dalla Casa Bianca il merito di importanti iniziative. Il G20 in cui Obama ha giocato da protagonista ben oltre l'ovvio status di padrone di casa “è un consesso che proprio Sarkozy ha insistentemente voluto istituire, l'anno scorso”; e anchela linea dura contro le ambizioni nucleari dell'Iran Sarko l'adottò molto prima di Obama.
Secondo il settimanale americano (testata da sempre schieratissima con il 44esimo inquilino della Casa Bianca), il presidente francese sarebbe affetto da un vero e proprio “Complesso di Obama”. Primadonna com'è, non digerirebbe il fatto di essere destinato a vedersi costantemente rubare la scena dal collega amerikano, altrettanto egocentrico ma sempre avanti di una spanna, non solo in termini di importanza del paese che governa ma anche in fatto di popolarità:
“un recente sondaggio della Transatlantic Trends mostra che Obama gode di un fenomenale 88% come tasso di popolarità in Francia, mentre Sarkozy solitamente si ferma sotto al 50%”.
Inoltre, l'Eliseo si vedrebbe frequentemente scippare dalla Casa Bianca il merito di importanti iniziative. Il G20 in cui Obama ha giocato da protagonista ben oltre l'ovvio status di padrone di casa “è un consesso che proprio Sarkozy ha insistentemente voluto istituire, l'anno scorso”; e anchela linea dura contro le ambizioni nucleari dell'Iran Sarko l'adottò molto prima di Obama.
Ma più che i fatti, qui contano le emozioni. Sarko va fiero del fatto che “il suo stile consiste nell'essere sempre dappertutto nello stesso momento – il superpresidente lo chiamano i francesi; e anche in questo Obama sembra a volte seguirlo. Ma non è così”.
Un po' come il Nando Moriconi di Alberto Sordi, il presidente francese dalle sue parti è ormai accreditato come “l'Americano”, ma quando si viene al dunque si vede un po' troppo poco considerato dall'americano “quello vero”.
Un po' come il Nando Moriconi di Alberto Sordi, il presidente francese dalle sue parti è ormai accreditato come “l'Americano”, ma quando si viene al dunque si vede un po' troppo poco considerato dall'americano “quello vero”.
“Entrambi pretendono di essere in prima fila su ogni iniziativa: Obama perchè è il presidente degli Stati Uniti, e Sarkozy perché è così ambizioso”.
Due galli in un pollaio – con inevitabile contorno di servizi fotografici rifiutati, dispettucci, ripicche. “Pare che in primavera Sarkozy abbia detto a un gruppo di parlamentari con i quali stava pranzando che Obama “non ha mai gestito un ministero in vita sua””.
Due galli in un pollaio – con inevitabile contorno di servizi fotografici rifiutati, dispettucci, ripicche. “Pare che in primavera Sarkozy abbia detto a un gruppo di parlamentari con i quali stava pranzando che Obama “non ha mai gestito un ministero in vita sua””.
In tutta questa facezia (di un certo pregio anche perché evita di scadere in facili ironie sulla statura fisica dei due personaggi), il quadretto che da solo vale la lettura dell'intero pezzo è questo:
“Le personalità dei due presidenti possono entrare in collisione: Obama, sorridente ma distaccato, tratta Sarkozy come uno dei tanti suoi non-esattamente-pari in Europa, mentre Sarkozy, tutto pacche sulle spalle, ama chiamare il presidente USA “amico”, ma non si vede ricambiare il favore. Guardarli insieme sul palco, come quando sono apparsi alle commemorazioni per l'anniversario del D-Day in Normandia a giugno, è come guardare Joe Pesci recitare faccia a faccia con Denzel Washington”.
Chissà, magari certe tensioni verranno risolte grazie a certi interessi comuni che i due hanno ripetutamente dimostrato di condividere...
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