Non mi riferisco al dato demoscopico americano, ossia ai
sondaggi dell'ultima settimana che segnalano un calo di popolarità tra gli elettori pressoché senza precedenti, per rapidità dopo l'elezione.
Mi riferisco, invece, al dato commerciale italiano, ossia all'esaurimento della "richiesta" di monografie dedicate ad Obama e/o alla "sua" america, rilevato
oggi da Christian Rocca. A quanto pare, il corrispondente de Il Foglio ha parlato con qualche collega che ha recentemente tastato il terreno per vedere di piazzare un suo lavoro su Obama, e che si è sentito opporre una serie di dinieghi che un po' mi ricordano quelli cui - si parva licet... - incappò nel suo piccolo il sottoscritto un anno fa quando osò proporre una monografia su John McCain. Anche la motivazione - a mio avviso non sincera, come dirò - è la stessa: trattasi di "storia già raccontata esaustivamente ogni giorno dai quotidiani, dalle riviste e dalle televisioni".
Balle. Quotidiani, riviste e televisioni si comportavano alla stessa maniera anche l'anno scorso, quando pareva che negli USA si disputasse un'elezione con un candidato unico come nell'Iraq di Saddam. Eppure, ciò non trattenne gli editori italiani dalla foga bulimica con la quale si strafogarono di testi obamamaniaci.
Meno di un anno fa (13 ottobre 2008), scribacchiando su "ITALIAN BLOGS FOR MCCAIN", mi divertii a descrivere il fenomeno della epidemia di obamamania editoriale italica. Non credo fosse mai accaduto in precedenza che in Italia venissero pubblicati la bellezza di 10 (dieci) libri di e/o su un candidato alla Casa Bianca prima delle elezioni americane. Eppure, stavolta è successo.
L'inventario era questo:
1) "Barack Obama. Si può fare" , di B. Obama e L. Rociack (Casini, 2008)
2) "Yes, we can. Il nuovo sogno americano", di B. Obama (Donzelli, 2008)
3) "L'audacia della speranza. Il sogno americano per un mondo nuovo" di B. Obama (prefazione di Uòlter "Si può fare" Veltroni - Rizzoli, 2007)
4) "Barack Obama. La rockstar della politica americana", di G. Moltedo e M. Palumbo (UTET, 2007 - ora ripubblicato come "Barack Obama. 44° presidente USA")
5) "I sogni di mio padre. Un racconto sulla razza e l'eredità", di B. Obama (Nutrimenti, 2007)
Post-elezioni, la lista si è allungata del 100%:
11) "Barack Obama ha votato per te. Tutto quello che avresti voluto sapere sul presidente degli Stati Uniti e che lui non ha mai avuto il coraggio di dirti", di Dietnam & Mist (TEA)
12) "Caro Obama, ti è già venuta qualche buona idea? Le lettere dei bambini al presidente Obama" (sic! giuro che è vera - e l'editore è Mondadori)
13) "Un nuovo inizio. Il discorso che segna la svolta tra Stati Uniti e Medio Oriente" , di B,. Obama (Castelvecchi - con testo a fronte)
14) "L' era della responsabilità", di B. Obama (Cooper)
15) "La mia fede. Come riconciliare i credenti con una politica democratica" , di B. Obama (Marsilio)
16) "Obama. Yes we can", di A. Painter (Baldini Castoldi Dalai - premio per il titolo più fantasioso. Quello originale, per la cronaca, era "Obama: The Movement for Change")
17) "Obama leadership. Cosa possiamo imparare come manager e come persone" , di F. Mioni e M. Rotondi (Franco Angeli)
18) "Obama S.p.A. I segreti del presidente USA per vincere nel business" di B. Libert e R. Faulk (Etas)
19) "Barack Obama. Come e perché l'America ha scelto un nero alla Casa Bianca" , di L. Clerico (Dedalo)
Quasi venti titoli in poco più di un anno, signore e signori. Su John Kennedy, oggi come oggi ne trovate
circa la metà. Su Reagan, ne trovate
un decimo (equamente ripartiti: uno a favore, l'altro contro).
Quindi, altro che "quotidiani, riviste e televisioni": sono proprio gli editori di libri ad essersi ingolfati di una enormità di pubblicazioni su Obama, al punto di dover anteporre, oggi, l'esigenza di svuotare i magazzini a quella di pubblicare testi aggiornati all'attualità.
Stando alla segnalazione di Camillo, in questo ingorgo riusciranno a farsi strada solo tre titoli "aggiornati":
quello di Pistolini (di gran lunga il miglior agiografo italiano del 44esimo presidente),
quello di Calabresi (della cui inattendibilità in materia
mi accadde di discettare quando era ancora aspirante direttore di Rep. e non ancora neodirettore del La Stampa), e il "Renegade" di Wollfe - cui potrebbe aggiungersi a breve un nuovo volume dell'ottimo Maurizio Molinari.
Morale della favola: il "raffreddamento" nei confronti di Obama da parte dell'editoria italiana appare del tutto analogo ed omogeneo rispetto a quello da parte degli elettori americani: reflusso, dovuto al fisiologico sgonfiamento di una "bolla" formatasi, non senza una certa isteria, l'anno scorso.