venerdì 26 agosto 2011

CADUTO GHEDDAFI, OBAMA RIMANE SDOTTRINATO?


Dunque finalmente Gheddafi è caduto - Obama aveva proclamato che sarebbero bastati "giorni, non settimane", e invece ci sono voluti cinque mesi; ma il risultato c'è, e non è da poco.
In molti ora scommettono che Assad è "il prossimo della lista", parlano addirittura di "effetto domino" proprio come ai tempi di Wolfowitz, qualcuno addirittura pronostica che in questo caso non sarà nemmeno necessaria una guerra vera e propria.
Quel che è certo è che sul caso siriano - che da lungo tempo è una sorta di simbolo del groviglio infernale del Grande Gioco mediorientale - si giocherà la prova dell'esistenza e dell'efficacia della "non-dottrina Obama".
Il direttore del New Yorker David Reminck, raffinato biografo di Obama, rivendica, all'indomani della caduta di Gheddafi, il merito del "suo" Ryan Lizza di aver visto giusto quando ad aprile coniò la controversa definizione "guidare da dietro" per definire la politica estera del 44esimo presidente così come si andava dipanando nel caso della guerra libica ("ancora meglio sarebbe stato "guidare da dietro le quinte" ", puntualizza Remnick anche nel titolo del suo editoriale).
A scanso di equivoci - ché quando le cose girano bene l'equivoco è sempre dietro l'angolo - mi pare valga la pena di evidenziare questo passaggio:
"Che cosa l'esempio libico suggerisca rispetto al vicino teatro insanguinato della Siria, non è chiaro. Parte della dottrina anti-dottrinaria di Obama è che essa insiste sul riconoscimento delle differenze in una maniera che non si trovava nelle idee fisse di Bush. Se la Libia era, ed è, complicata, la Siria lo è infinitamente di più. Gheddafi era stato disprezzato nel mondo arabo per decenni, eppure il sostegno nella regione per il suo abbattimaneto è stato quasi impossibile da evocare. Bashar al-Assad si sta dimostrando un tiranno non meno di Gheddafi, ma la Siria, a causa del suo rapporto con l'Iran, ha legami con Paesi membri del Consiglio di Sicurezza (la Russia, per dirne uno) che la Libia non aveva. Obama ha cercato di dare modo all'opposizione di rinvigorirsi, ha fatto pressione su Paesi come la Turchia affinché tagliassero i rapporti commerciali [con Damasco] e ha spinto per sanzioni più dure, per rendere chiaro che dar prova di politiche dittatoriali non resterà privo di conseguenze. Con quali risultati?"

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