venerdì 24 dicembre 2010
mercoledì 15 dicembre 2010
THE SOCIAL PERSON

Questa la motivazione:
“Quasi sette anni fa, nel febbraio 2004, quando era una matricola diciannovenne ad Harvard, Zuckerberg creò un sito internet dalla sua cameretta del collegio universitario. Si chiamava TheFacebook.com, e si presentava come una “directory telematica che mette in contatto le persone attraverso i social network delle università”. Quest’anno Facebook – che ha perso per strada l’articolo “the” – ha raggiunto il 550milionesimo iscritto. Una persona ogni dodici su questo pianeta ha un account Facebook. Nel loro insieme, gli utenti Facebook sono una moltitudine che parla 75 lingue, trascorre 700 miliardi di minuti all’anno sul sito, ed aumenta di circa 700mila persone ogni giorno. Cos’è accaduto? In meno di sette anni, Zuckerberg ha legato un dodicesimo dell’intera popolazione mondiale in un’unica rete, creando così un’entità sociale quasi doppia rispetto alla popolazione statunitense. Se Facebbok fosse una nazione, sarebbe la terza al mondo per dimensione demografica, seconda solo a Cina ed India. Nacque come uno scherzo, un passatempo; ma si è trasformato in qualcosa di vero, qualcosa che ha cambiato il modo in cui gli esseri umani si relazionano fra loro su un piano che coinvolge l’intera specie. Oggi noi conduciamo la nostra vita sociale attraverso un network non-profit…che, almeno sulla carta, ha reso Zuckerberg sei volte miliardario. Facebook si è affermato come il tessuto sociale della vita americana, anzi non solo americana ma umana: quasi metà dei cittadini americani ha un account Facebook, ma il 70% degli utenti Facebook vive fuori dagli USA. Si tratta di un dato permanente della nostra realtà sociale globale. Siamo entrati nell’era di Facebook, e Mark Zuckerberg è l’uomo che ci ha portati qui”.
Quest’anno il favorito pareva essere il fondatore di WikiLeaks Julian Assange, che peraltro ha vinto il sondaggio popolare sul sito del settimanale (nel quale Zuckerberg si è fermato appena al decimo posto), ma che era già apparso sulla copertina del numero di due settimane fa, il che suonava in effetti come secondo posto sul podio.
“Zuckerberg e Assange sono due facce della stessa medaglia. Entrambi esprimono un desiderio di trasparenza. Mentre Assange attacca gradi istituzioni e governi con una trasparenza involontaria con l’intento di indebolirli, Zuckerberg pone gli individui in grado di condividere volontariamente informazioni, con l’idea di rafforzarli. Assange vede il mondo come pieno di nemici, veri e immaginari; Zuckmberg lo vede pieno di potenziali amici. Entrambi hanno in scarsa considerazione la privacy: nel caso di Assange perché lo sente come un qualcosa che consente al malanimo di prosperare, e nel caso di Zuckerberg perché la vede come un anacronismo culturale, un impedimento rispetto ad una connessione più efficace ed aperta fra le persone”.
Il pezzo si chiude notando che “a 26 anni, Zuckerberg è di un anno più vecchio di quello che fu il primo “Uomo dell’anno” per TIME, Charles Lindbergh — un altro giovane uomo che usò la tecnologia per costruire un ponte fra continenti. Ha la stessa età che aveva la Regina Elisabetta quando fu “Persona dell’anno” nel 1952; ma a differenza della Regina, non ha ereditato un impero: ne ha creato uno”.
mercoledì 8 dicembre 2010
AL GORE FOR PRESIDENT

giovedì 2 dicembre 2010
RISULTATI DEFINITIVI / 1

A seguire i dati definitivi per il Senato. Stay Tuned.