Certo, uno cerca di non amareggiarsi leggendo la notizia che il principale grattacielo che svetterà su "Ground Zero" al posto delle Twin Towers non si chiamerà più con il nome patriottico "Freedom Tower" ma, più asetticamente, "1 World Trade Center", che poi era il nome di uno dei due gemelli abbattuti dagli attentati del 2001.
In fondo il passo indietro, rispetto all'iniziale baldanza sottesa all'edificazione di una torre alta 1776 piedi per evocare l'anno dell'indipendenza, è comprensibile; e tutto sommato predomina la buona notizia che i lavori, dopo interminabili lungaggini (in teoria l'edificio dovrebbe essere pressoché ultimato, in realtà ad oggi esiste solo sulla carta, anzi sul web), ed estenuanti controversie, a quanto pare finalmente sembrano muoversi.
Uno, dicevo, cerca di pensarla così, con un po' di pragmatismo, e di non amareggiarsi; poi però si legge che
"il fatto che la questione del cambio di nome sia venuta fuori con la firma del contratto con una società cinese legata al governo di Pechino, ha lasciato l'amaro in bocca a molti. Certo sono proprio i cinesi, che useranno i piani che hanno affittato come luogo d'incontro tra le loro imprese che operano negli Usa e quelle americane interessate al grande mercato asiatico, ad aver riaperto la possibilità di rendere la torre una grande centro di scambi commerciali"...
...e prevale l'amarezza.
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