- ai primi di marzo, il NYT rivelò che a febbraio, appena insediato, Obama aveva scritto al premier russo Medvedev una letterina "segreta” con la quale offriva l’abbandono del piano americano (bushiano) di "scudo spaziale" antimissile da installare nell’Europa dell’Est (Rep. Ceca e Polonia), in cambio di una (efficace collaborazione dei russi nell'ottenere una) rinuncia da parte dell’Iran alla imminente dotazione di ordigni nucleari e di missili balistici (qui i dettagli);
- a settembre, l'amministrazione Obama annunciò di aver decretato l'abbandono del piano di scudo antimissile, apparentemente senza contropartita, per ragioni poco più che tecniche. Ovviamente, il pensiero serpeggiato a destra e a manca è stato subito quello di un "affare fatto", inconfessabile ma evidente, tra Mosca e Washington;
- appena una settimana più tardi, Medvedev ha manifestato un certo inedito possibilismo nel collaborare a sanzionare Teheran. Michael McFaul, responsabile per le relazioni con la Russia e l'Eurasia nel National Security Council (in parole povere: l'uomo nelle cui mani Obama ha messo il dossier Russia) ha parlato di un "importante mutamento di posizione" e di un "nuovo clima". E tutti hanno pensato: ecco, il gioco di Obama - giusto o sbagliato che sia - è andato in porto.
Orbene: ieri Hillary Clinton si è recata a Mosca per combinare l'affare.
In particolare, secondo l'Associated Press, il suo obiettivo era di "ottenere dalla Russia delle dichiarazioni che esprimessero sostegno alla ipotesi di nuove sanzioni ed altre penalità qualora l'Iran perseverasse nel rifiutarsi di sospendere l'arricchimento dell'uranio entro la fine dell'anno".
Per lubrificare l'accordo, ha usato la miglior vaselina di cui dispone:
"Michael McFaul, il principale consulente della Sig.ra Clinton sulla Russia, ha dichiarato al Kommersant, il più autorevole quotidiano economico russo, che Washington era pronta a diluire le sue critiche rispetto alle violazioni di diritti da parte del Cremlino.
"Abbiamo deciso che abbiamo bisogno di un "reset" in questo ambito, e di scrollarci di dosso il nostro approccio precedente" ha detto, aggiungendo che gli USA hanno deciso di non impartire più lezioni sulla democrazia alla Russia, in modo da non irritare Mosca".
"Abbiamo deciso che abbiamo bisogno di un "reset" in questo ambito, e di scrollarci di dosso il nostro approccio precedente" ha detto, aggiungendo che gli USA hanno deciso di non impartire più lezioni sulla democrazia alla Russia, in modo da non irritare Mosca".
(fonte: Daily Telegraph)
Insomma: la stessa carota senza bastone già elargita alla Cina.
Com'è andata?
Giudicate voi, dalla semplice lettura del New York Times:
"Minacciare l'Iran con nuove, severe sanzioni per ottenere progressi nel negoziato sul suo piano di armamento nucleare sarebbe “controproducente”, ha dichiarato oggi il ministro degli esteri russo, raffreddando con una doccia gelata le speranze dell'amministrazione Obama che la Russia fosse stata convinta a collaborare impegnandosi nell'intensificazione delle pressioni da parte della comunità internazionale sul regime di Teheran".
Il Wall Street Journal aggiunge che
"Lavrov si è anche opposto alla possibilità di sanzioni che non passino dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU, con ciò potenzialmente ostacolando gli sforzi degli USA di trovare alleati accordandosi con un paese alla volta".
Vladimir Putin non era presente, perchè impegnato a negoziare con Pechino un super-mega accordo per la fornitura di gas e petrolio dalla Russia alla Cina.
Insomma: meno male che venerdì scorso il presidente ha vinto il Nobel per la Pace, altrimenti sarebbe veramente un ottobre di merda.
2 commenti:
Bellissimo. Ma perchè Obama insiste su questa linea così umiliante?
Mi piace molto il tuo blog! Imparo molte nuove parole ed nuove espressioni in italiano per la politica e l'attualità.
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