martedì 15 maggio 2012

BENVENUTI AD OBAMAVILLE

Il primo scoop fu lo fece Slate tre mesi fa, pubblicando un pezzo di Sasha Issemberg dal titolo “La Balena Bianca di Obama”: l'autore rivelava che l' “arma segreta” tecnologica di Obama nella campagna elettorale per la rielezione sarebbe stato un super-database dei militanti e simpatizzanti organizzato in modo da tener conto del profilo di ciascuno e di conseguenza gestire al meglio tutte le risorse economiche e non rappresentate da ciascuno. In quell'articolo si raccontava soprattutto di come questo nuovo sistema avrebbe consentito di inviare email “intelligenti” tarate sulle specifiche preferenze ed inclinazioni di ciascuno: messaggi dai toni più radicali o più moderati, incentrati su di un tema piuttosto che su di un altro, a svariati gruppi e categorie di persone, in modo da ottimizzarne l'efficacia.
Tempo un mese, e il New York Times (pur senza menzionare il bizzarro nome “Operazione Narvalo”) confermò che la macchina elettorale di Obama for President stava investendo moltissimo sulla “schedatura” dei simpatizzanti tramite Facebook e i social network in genere (ad esempio tramite i click sul pulsante “mi piace”), e raccontò che al quartier generale di Chicago era stato reclutato uno scienziato dei media, Rayid Ghani, solo per decidere le tonalità cromatiche di foto e sfondi del sito web della campagna.
Da ieri sappiamo qualcosa di più grazie ad un quotidiano britannico, il Guardian, che è tornato sull'argomento dell' “arma segreta tecnologica” di Obama 2012 rivelando dell'imminente lancio di un nuovo strumento denominato “Dashboard” (letteralmente: “cruscotto” - ma è un termine già da tempo in uso nel gergo della gestione dei siti web), che viene definito nientemeno che come “il possibile Sacro Graal della mobilitazione politica via Internet”.

Stando a questa nuova anticipazione, in ballo c'è molto, molti di più dell'indirizzario intelligente per le email. La “killer app” in questione, che sarebbe in rodaggio in alcuni stati per poi lanciarla definitivamente fra una decina di giorni (sul sito di Obama 2012 c'è in effetti una pagina di pre-registrazione), sarebbe il frutto del lavoro di un team di “più di cento statistici, elaboratori di modelli previsionali, esperti di rilevazioni di dati, matematici, ingegneri elettronici, blogger, esperti di pubblicità su internet ed organizzatori della rete” , che sotto la guida del “guru digitale” Michael Slaby, avrebbe messo a punto un rivoluzionario sistema che consentirebbe ai militanti di trovarsi, conoscersi e connettersi fra loro, e al contempo di connettersi al quartier generale di Chicago – quindi una connessione contemporaneamente sia “orizzontale” che “verticale” - condividendo (anche qui: fra di loro ma anche con il quartier generale) tutti i dati e le informazioni utili, in tempo reale.
Il tutto cavalcando le onde di Facebook e dei social network in genere, e connettendosi con il telefonino più che con il computer: una versione “una sorta di equivalente elettorale di giochi come CityVille o FarmVille”, anche nel senso che, potendo conoscere in tempo reale i risultati di altri gruppi di militanti impegnati nella stessa zona o sugli stessi temi, ogni gruppo – nelle intenzioni di chi ha congegnato il tutto - sarà indotto ad impegnarsi per primeggiare nel raccogliere più soldi ed aggregare più persone, come per vincere una competizione.
Presto si avrà modo di capire se tutte queste anticipazioni hanno colto nel segno, o se invece erano piccoli diversivi fatti trapelare ad arte per tattica di "guerra psicologica". E si avrà modo di capire se i repubblicani hanno in serbo qualcosa di analogo, o se intendono stare a guardare.

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