mercoledì 10 febbraio 2016

PAURA E DELIRIO IN NEW HAMPSHIRE

Quando, ormai più di due anni fa, si fece chiara l’intenzione di Hillary Clinton di ritentare la candidatura alla Casa Bianca, gran parte dei media mondiali ricadde nel consueto errore di accogliere gioiosamente come più o meno scontata la lieta novella del “primo presidente donna” (e di lì a poco anche primo presidente nonna).
A voler vedere le cose con un minimo di obiettività, il successo di questo secondo tentativo era tutto fuorchè scontato. L’America stava e sta vivendo una profonda crisi di rigetto nei confronti della “vecchia politica”, e Hillary è una perfetta esponente proprio di quel mondo: con tutto l’apparato di scheletro nell’armadio, di compromessi cinici e spesso poco nobili, di menzogne sotto giuramento. La perplessità che non potei non esprimere all’epoca non sta trovando che conferme.
Il voto della settimana scorsa in Iowa – dove non si tengono elezioni primarie, macaucus che somigliano più ai nostri congressi di partito – con quel sostanziale, umiliante pareggio al 49 virgola-qualcosa per cento tra la ex First Lady ed ex Madame Secretary ed il vecchio senatore socialista del Vermont Bernie Sanders, già non suonava affatto bene. Ma il voto di ieri alle prime vere primarie, quelle del New Hampshire, suona decisamente peggio. 
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