martedì 1 febbraio 2011

E' TORNATO L'AMBASCIATORE


Per quanto io mi sforzi, proprio non mi riesce di prendere troppo sul serio le speculazioni che ormai da mesi, soprattutto nell'ultimo mese, si rincorrono e si rimpolpano sulle presunte ambizioni presidenziali di Jon (senza acca, come Bon Jovi) Huntsman, ex governatore repubblicano dello Utah (ciao ciao, Mitt) ed ambasciatore USA a Pechino nominato da Obama (per toglierlo di mezzo, malignano i dietrologi) ed ora dimissionario (per tornare in pista, mormorano ovviamente i medesimi).

Certo, quella dell’ex ambasciatore che diventa presidente degli Stati Uniti non sarebbe una novità ed anzi i nobili precedenti risalgono nientemeno che all’ispiratore della testata di questo blog - per arrivare, da ultimo, proprio ad un ex ambasciatore a Pechino (il quale però prima di conquistare la Casa Bianca dovette fare molta pratica come vicepresidente).

Il fatto è che Huntsman, stando a quanto riferiscono gli addetti ai lavori, appartiene all'ala moderata/liberale/nontradizionalista del GOP, anche se lui - comprensibilmente, con l'aria che tira - cerca di minimizzare questa collocazione. Senza contare che in questi mesi ha (sacrosantamente) lavorato d'amore e d'accordo con il presidente, il che - come è stato prontamente notato - non è esattamente una gran credenziale per candidarsi a scalzarlo fra meno di due anni. Non ritengo insensato che anche tra i "centristi" qualcuno si faccia avanti in vista del 2012 - anzi; ma di questi tempi per farlo dev'essere un tipo in grado di riscuotere grande popolarità presso la base, in modo da non farsi fulminare dall'ala dura tea-partier (c'è chi teorizza che il clima stia mutando, e che la candidatura di Huntsman scommetterebbe su questo; ma il ragionamento mi pare scarsamente applicabile alle primarie, che ormai sono quasi alle porte). Sotto questo profilo il semisconosciuto ed aristocratico Huntsman mi pare poco attrezzato: forse più calibrato per una vicepresidenza (o per il Dipartimento di Stato, posto che ultimamente va di moda assegnare al grande sconfitto delle primarie…). Mah.

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