Mentre gli ultimi infausti dati sull’occupazione fanno rabbrividire l’attuale amministrazione, ed il precoce naufragio della candidatura di Newt Gingrich alimenta le speculazioni sulla tentazione del governatore del Texas Rick Perry di “provarci”, oggi il Wall Street Journal esce con un editoriale non firmato in cui si spiega, dati alla mano, che la fetta di gran lunga più cospicua di posti di lavoro creati negli USA (al netto di quelli persi) da quando si considera chiusa la fase di recessione ed iniziata quella di ripresa (giugno 2009), sono stati creati nel Lone Star State:
Lo so, è un mio chiodo fisso. Ma i fatti non mi danno ragione di schiodarmi - anzi.Il Texas è cresciuto di 265.300 nuovi posti di lavoro, sul totale dei 722.200 a livello nazionale, ed è quindi di gran lunga più avanti di qualunque altro Stato. Lo Stato di New York è il secondo con appena 98.200, la Pennsylvania è terza con 93.000. In nove Stati sono stati creati meno di diecimila posti di lavoro, mentre Maine, Hawaii, Delaware e Wyoming crescono di meno di mille. In diciotto Stati i posti di lavoro, da quando è iniziata la ripresa, sono diminuiti. […] La California, che pure è lo Stato più grande, ha perso11,400 posti.[...]Eppure, l’essenza della “Obamanomics” è di rendere l'America meno come il Texas e più come la California: con più intervento statale, più i sindacati, più pianificazione centrale, tasse più alte. Che sia il primo ad aver aggiunto il 37% dei nuovi posti di lavoro degli Stati Uniti suggerisce che si tratti di un errore epocale.
(continua)
Ciao Alessandro,
RispondiEliminadavvero ottimo blog.
Io sono un americanista convinto e liberale al 100%, apprezzo quindi tantissimo lo sforzo di blogger come te che tentano di dare spazio a questi temi.
Nel mio blog io mi occupo principalmente di politica nazionale, internazionale e anche locale.
A presto
Luca
Grazie mille. Stay tuned! ;-)
RispondiEliminaConsiderato che anche nel basket ha vinto Dallas,che questo sia l'anno del texani? :-)
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