Questa è veramente strepitosa: dopo l’applauso di incoraggiamento, è stato coniato il premio Nobel di incoraggiamento – o sulla fiducia, come preferite (meglio: sulla parola. Carina anche questa di Carlo Panella: "dopo la guerra preventiva di Bush, il Nobel preventivo di Obama"...).
Non saprei come collocarlo, se non come l'ennesimo miracolo di Sant’Obama.
Non saprei come collocarlo, se non come l'ennesimo miracolo di Sant’Obama.
La motivazione ufficiale, poi, è un capolavoro: basti dire che è incentrata sugli sforzi di Obama volti a ridurre gli arsenali nucleari (questi sforzi, devo presumere…).
Scherzi a parte (ma si fatica, oggi), è la conferma che questa presidenza si basa prevalentemente su di una colossale operazione di immagine - a volte gestita da cani, come nel caso del recente "buco" della candidatura olimpica di Chicago, a volte gestita con successo... anche se con esiti un po' surreali, come nel caso odierno, il che non è dettaglio da poco e su questo gli addetti ai lavori sembrano unanimi.
I guastafeste di TIME (testata autorevolissima e non conservatrice) non perdono tempo per sollevare il dubbio che questo spot sia talmente prematuro da risultare controproducente. E nella sede più informale di uno dei loro blog, si spingono ad ironizzare: "la sensazione è che abbia vinto il Nobel semplicemente per il fatto di non essere George W. Bush".
Analisi sostanzialmente identica quella di George Packer sul sito del New Yorker (quindi testata altrettanto autorevole ed ancora più di sinistra): "fossi in lui, ringrazierei il comitato del Nobel ma chiederei loro di tenermi da parte il premio per un paio d'anni".
Anche il mitico Lexington scuote la testa dal suo blog sul sito dell'Economist, e lo fa da par suo, citando una battuta dal film "Le relazioni pericolose": "uno non si mette ad applaudire un tenore solo perché si è schiarito la voce"!
Ma ancora più significativo è che la stroncatura più drastica si legga (anche stavolta con l'uso discreto di un blog) sul sito di Newsweek, ossia il più "obamiano" di tutti i grandi settimanali: "non importa cosa pensiate di Obama: è un fatto che quest'uomo ancora non ha fatto nulla, ma proprio nulla, per meritarsi un Nobel"; e quindi da oggi ufficialmente con questa mossa "il premio Nobel è finito, cioé è diventato un premio come tanti altri".
Chiude la panoramica il meno autorevole ma sempre più seguito "Daly Beast", dove un commentatore mette a segno la battuta del giorno: "forse adesso cominceranno ad assegnare gli Oscar non a chi ha fatto i film migliori nell'ultimo anno, ma a chi ha più probabilità di fare i film migliori l'anno prossimo".
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PS: Curiosità: è il terzo caso nella storia di Nobel per la pace ad un presidente USA in carica (i precedenti sono Teddy Roosevelt, nel 1905 per la mediazione nel conflitto russo-giapponese, e Woodrow Wilson nel 1919 per il ruolo nei trattati post-Grande Guerra. Nessun precedente "sulla fiducia", quindi: questo è un primato assoluto di Obama - sia il grande TR che WW, in effetti, erano in carica ma al secondo mandato, e di cose ne avevano combinate parecchie. Obama è in carica da otto mesi e ha fatto... ehm... "molto", secondo il comitato del Nobel, checché ne dicano i giornalisti e i buffoni di Saturday Night Live).
Ancora più curioso: i due sono al contempo i due presidenti USA più giovani della storia.
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PPS: presumo che da queste parti molti si stiano domandando, sornioni, che ne avrà pensato il Berlusca. Personalmente, invece, vorrei essere una mosca per sentire che ne pensa - davvero - il povero Sarko...
In effetti questo Nobel ci coglie impreparati. Di fatto, però, non ci stupisce se consideriamo che tra i candidati a riceverlo ci fu anche Stalin.
RispondiEliminaComunque speriamo, come ha detto Berlusconi, che un presidente Nobel per la Pace dovrà tenere "un comportamento assolutamente ecumenico nei confronti di tutti"
Ciao! Mi piace il tuo blog.
RispondiEliminaMa questo è la quarta volta che un presidente americano ha vinto il Premio Nobel: Roosevelt, Woodrow Wilson, Jimmy Carter (lui non è stato in carica quando ha vinto) ed adesso, Obama.
Secondo me, hai ragione...come un americano, non capisco la selezione di Obama per il premio.
Ti ringrazio, Keith. Mi ero scordato di Wilson - gravissimo! Cotrreggo subito.
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