mercoledì 13 marzo 2013

READY FOR BILLARY?


Quando alle quattro del pomeriggio di venerdì primo febbraio John Kerry ha giurato assumendo la carica di sessantottesimo Segretario di Stato, Hillary Clinton è tornata ad essere formalmente una semplice cittadina. Solo un mese dopo – qualche giorno fa – si è appreso che quella sera Hillary e Bill hanno festeggiato cenando alla Casa Bianca con Barack e Michelle. La ragione di questo piccolo ma significativo evento è sin troppo evidente: da quella sera la libera cittadina Hillary Clinton è tornata a svolgere la professione di sei anni fa, quella di favoritissima per la presidenza degli Stati Uniti. A Washington un primo superPAC (comitato per la raccolta di grandi finanziamenti) di nome “Ready for Hillary” ha già cominciato a mobilitare i donatori, per la ipotetica campagna elettorale di quella che Newsweek non esita a definire “la donna più potente nella storia degli Stati Uniti”.
Ok. Però leggendo la cronaca di The Politico su quella cena "particolare" alla Casa Bianca del primo febbraio, salta all’occhio come l’argomenti centrale non sia il rapporto fra Barack e Hillary, bensì quello fra Barack e Bill. Lo trovo ragionevole. Il personaggio-chiave di tutta questa storia è colui che, se davvero fosse Hillary la presidentessa, nel 2016 diverrebbe un ingombrante First Gentleman.


Molti ancora ricorderanno quanto il vecchio Bill abbia fatto faville alla Convention Nazionale Democratica di Charlotte, lo scorso settembre. Con un riuscitissimo discorsone a briglia sciolta di quasi un'ora (il testo ufficiale diramato poco prima constava di 3.136 parole, in quello che tenne effettivamente ne vennero contate quasi seimila) finì quasi per oscurare Obama, ma gli diede anche un sostegno da molti giudicato decisivo, che poi rinnovò in numerosi eventi elettorali nelle settimane a seguire. Larry J. Sabato, insigne politologo dell'Università della Virginia, notò su Twitter"E ora, come potrebbe Obama dare il suo appoggio a chiunque si contrapponesse ad Hillary nel 2016? I Clinton adesso hanno in mano una gigantesca cambiale firmata Obama"...
Ribaltando un vecchio adagio, potremmo presto trovarci ad osservare come dietro una grande donna ci sia un grande uomo. Tutti sembrano chiedersi se dopo il primo presidente di colore gli americani siano pronti per il primo presidente donna. A me stuzzica di più un altro interrogativo: gli americani sono pronti ad avere di nuovo Bill alla Casa Bianca?

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