mercoledì 13 febbraio 2013

MARCO RUBIO GIA' IN PISTA. NON SARA' TROPPO PRESTO?


“Siamo sicuri che sia un vantaggio venire designato come “il Salvatore dei Repubblicani” con quattro anni di anticipo?”

Questo dubbio retorico espresso sornionamente su Twitter dal guru elettorale di Obama David Axelrod si riferisce alla cover-story dell’ultimo numero di Time, che per l’appunto ha presentato il giovane senatore della Florida Marco Rubio nientemeno che come “Salvatore dei Repubblicani”, in quanto “nuova voce” del partito che ha appena perso le elezioni presidenziali. Un po’ troppo e un po’ troppo presto, se davvero la sua ambizione è quella di divenire il candidato alla Casa Bianca nel 2016.

Lui stesso è parso pensarla a questo modo, a giudicare dalla sua reazione:

In effetti sentirsi definire già ora “il nuovo leader del partito repubblicano” (la definizione è di Chris Cillizza del Washington Post) rischia di rivelarsi un buon modo per “bruciare” il proprio potenziale di frontrunner per le prossime presidenziali; ma il rischio è ineludibile, dal momento che il giovane senatore della Florida è stato scelto per tenere ieri sera il tradizionale discorso di replica a nome del partito di opposizione per rispondere a quello del Presidente sullo Stato dell’Unione. Solitamente si tratta di un trampolino di lancio per un astro nascente del partito, e ieri sera è toccato a lui provare il salto.
Il discorso non conteneva sorprese, ovviamente; del resto si tratta solo formalmente di una replica, trattandosi ovviamente di un discorso preparato prima che il Presidente pronunziasse il proprio. E’ stato un discorso che suonava costruito a partire da un ragionamento molto semplice, quasi primitivo: nella sostanza, è Obama a spostarsi a sinistra e quindi l’opposizione repubblicana non ha bisogno di ricollocarsi, le basta tenere la postazione; nella forma, nel tono, l’esigenza è quella di scrollarsi di dosso l’inefficacia del miliardario aristocratico Mitt Romney, e trovare un volto e una voce più credibile per captare il malcontento della middle class. Se quindi nella sostanza la ricetta resta quella tradizionale repubblicana (meno Stato, meno tasse, e in teoria – la pratica è un’altra faccenda…. - meno spesa pubblica), nel tenore il messaggio è: “non siamo il partito dei vecchi bianchi ricchi”.
Ed ecco quindi il quarantunenne latino Rubio con la sua storia personale di figlio di immigrati cubani, papà barista e mamma cameriera, che nella Lando of Opportunity “ce l’hanno fatta” da zero con il sudore della fronte:
“Questa opportunità – di arrivare a far parte della middle class o anche oltre, non importa da dove si parte nella vita - non ci viene concessa da Washington. Viene da una pulsante economia libera nella quale le persone possono rischiare i propri soldi per aprire un'attività. E quando ci riescono, assumono più persone, che a loro volta investono o spendono i soldi che guadagnano, aiutando gli altri ad avviare a loro volta un’altra attività e a creare posti di lavoro”.
E quindi, sempre puntando alle preoccupazioni della middle class(da notare la prima persona singolare, nonostante il discorso dovrebbe essere a nome del partito):
“Signor Presidente, io abito ancora nello stesso quartiere operaio nel quale sono cresciuto. I miei vicini non sono milionari. Sono pensionati che dipendono dalla Social Security e dal Medicare. Sono lavoratori che domani mattina devono alzarsi presto per andare a lavorare per pagare le bollette. Sono immigrati, che sono venuti qui perché erano intrappolati in condizioni di povertà in Paesi in cui il governo dominava l'economia. Gli aumenti delle tasse e la spesa in disavanzo che Lei propone farà male alle famiglie della middle class. Costerà loro i loro guadagni. Costerà loro i loro benefici. Può costare ad alcuni di loro persino il posto di lavoro. E farà male agli anziani, perché non fa nulla per salvare Medicare e Social Security. Quindi Signor Presidente, io non sono contrario al suo programma perché voglio proteggere i ricchi. Sono contrario al suo programma perché voglio proteggere i miei vicini di casa”.
La performance oratoria di Rubio è stata brillante (fatta eccezione per un piccolo momento di defiance causa secchezza delle fauci placata dissetandosi da una bottiglietta d’acqua che incredibilmente nessuno aveva pensato di piazzare alla sua portata, il che lo ha costretto ad un gesto molto goffo che ha scatenato frizzi e lazzi su Twitter, ma che difficilmente passerà agli annali).
Resta però ancora da capire quanto filo ha da tessere; e resta da capire quanto gli giovi, e quanto gli noccia, spendere il suo potenziale già ora, più per tamponare il vuoto seguito alla sconfitta elettorale che per cavalcare un’onda.


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