venerdì 4 novembre 2011

OBAMA E' GIA' "TOSTATO"?

Con questo irriverente interrogativo il New York Times Magazine titola il lungo pezzo di cui alla altrettanto irriverente copertina del nuovo  numero. Nate Silver, enfant prodige dei sondaggi e dei pronostici, pesa a un anno esatto dal voto le chance di rielezione del 44esimo presidente. Qui da noi diremmo piuttosto "fritto" - o forse "bollito" - ma il senso è comunque chiaro.
Tra le interminabili premesse della profezia di Silver, questo frammento mi sembra degno di nota: i sondaggi di adesso lasciano il tempo che trovano, dopotutto "alla fine del settembre 1983 Ronald Reagan era diatro a Walter Mondale di due punti, e nell'ottobre del 1991 George Bush padre era avanti a Bill Clinton di 55 a 20".
Per il resto, il suo sforzo appassionato di mettere assieme un "modello" che partorisca una predizione attendibile è lodevole, ma il risultato non convince più di tanto anche perché si tratta di un giocattolone che difetta di distinguo in base ai gruppi etnici, a quelli anagrafici, alle aree geografiche, ecc.
Comunque, in estrema sintesi la predizione è quadruplice ed è la seguente:
a) Se l'economia NON si ripiglia e lo sfidante è Romney, la probabilità di rielezione di Obama è 17% contro 83;
b) Se l'economia si ripiglia e lo sfidante è Romney, la probabilità di rielezione di Obama è 60% contro 40;
c) Se l'economia si ripiglia e lo sfidante è Perry, la probabilità di rielezione di Obama è 83% contro 17;
d) Se l'economia NON si ripiglia e lo sfidante è Perry, la probabilità di rielezione di Obama è 41% contro 59.
Sintetizzando ancora più brutalmente, si potrebbe parafrasare anche così: se l'economia non si ripiglia, Obama è tostato/fritto/bollito a prescindere da chi sia lo sfidante, ma solo se lo sfindate è Romney rischia una debacle di proporzioni apocalittiche; se l'economia si ripiglia, è comunque salvo - e in tal caso vince contro Romney e stravince contro Perry.

Mi lascia sempre perplesso tutta questa fiducia nella maggior eleggibilità di Romney - tendenzialmente perché più moderato, più mainstream, più rassicurante, ecc. - che finisce per collimare con l'insipido miraggio di Mitt "l'inevitabile": a giudicare dalle prime prove generali, lo staff di Obama si divertirebbe non poco a fare a pezzi questo "imbattibile" sfidante.

Ma al contempo trovo molto saggio il fatto che tutta la elucrubazione del creatore di FiveThirtyEight dia per assodato un dato: i possibili veri sfidanti, gli unici "casi" sui quali vale la pena di concentrarsi, sono solo due - Romney e Perry.
Tutto il resto è rumore di fondo e passerà presto, vedrete.

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