venerdì 15 aprile 2011

DOCTRINE CHANGE?

28 marzo, al principio:

“Ora, se da un lato alcuni hanno contestato la scelta stessa di intervenire in Libia, al contempo ci sono altri che hanno suggerito che la nostra missione militare avrebbe dovuto andare ben al di là del compito di proteggere il popolo libico, e fare tutto il necessario per abbattere Gheddafi e far nascere un nuovo governo. Naturalmente, non c'è dubbio che la Libia - e il mondo - sarebbe migliore senza Gheddafi al potere. Io e molti altri leader mondiali abbiamo fatto nostro tale obiettivo, e lo perseguiamo attivamente con mezzi non militari. Ma ampliare la nostra missione militare sino ad includere un cambiamento di regime sarebbe un errore. Il compito che ho assegnato alle nostre forze - proteggere il popolo libico dal pericolo immediato, e stabilire una no-fly zone - è sorretto da un mandato delle Nazioni Unite e dal sostegno internazionale. Ed è quello che l'opposizione libica ci ha chiesto di fare. Se cercassimo di rovesciare Gheddafi con la forza, la nostra coalizione si frantumerebbe. Dovremmo probabilmente ingaggiare truppe americane di terra per compiere questa missione, o rischiare di uccidere molti civili con i raid aerei. I pericoli cui andrebbero incontro i nostri uomini e donne in uniforme sarebbero molto maggiori. Altrettanto si accrescerebbero il costo dell’operazione e la nostra parte di responsabilità in quello che verrebbe dopo. Tanto per essere chiari: si tratterebbe del tipo di percorso che abbiamo già intrapreso Iraq. Grazie ai sacrifici straordinari delle nostre truppe e la determinazione dei nostri diplomatici, siamo oggi fiduciosi sul futuro dell'Iraq; ma per il regime change ci sono voluti otto anni, ed è costato migliaia di vite americane e irachene, e quasi mille miliardi di dollari. Questa cosa non possiamo permetterci di ripeterla in Libia”.


Oggi 15 aprile:

"Il nostro dovere e il nostro mandato in base alla Risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell'ONU è di proteggere i civili, e lo stiamo facendo. Non è quello di rimuovere Gheddafi con la forza. Ma è impossibile immaginare un futuro per la Libia con Gheddafi al potere. La Corte penale internazionale sta giustamente indagando sui crimini commessi contro i civili e le gravi violazioni del diritto internazionale. E' impensabile che qualcuno che ha tentato di massacrare il suo popolo possa svolgere un ruolo nel futuro governo di quel popolo. [...] Fin tanto che Gheddafi rimane al potere, la NATO deve mantenere le sue operazioni in modo che i civili siano protetti e la pressione sul regime cresca. Dopodiché potrà avviarsi una vera transizione dalla dittatura ad un processo costituzionale inclusivo, guidata da una nuova generazione di leader. Affinché questa transizione possa riuscire, Gheddafi deve andarsene e deve andarsene per sempre. [...] Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti non si fermeranno fino a quando le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU saranno state attuate e il popolo libico potrà scegliere il proprio futuro".

Grassetti miei, tutto il resto è suo.

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