venerdì 29 maggio 2009

RETROMARCIA DI OBAMA SU PUTIN? MAGARI...


Oggi sulla prima pagina de Il Foglio un pezzo a tinte forti ( non-firmato dal sempre ottimo Daniele Raineri ) dipinge questo strepitoso quadretto:

"Con i suoi modi soft e non conflittuali, il presidente americano Barack Obama è un nuovo antiputiniano. Anzi, è il nuovo anti Putin.
[...] L’Amministrazione Obama ha provato lo scambio con la Russia, uno scambio geopolitico ampio su tanti terreni diversi. Non sta funzionando [...]

Washington aveva chiesto a Mosca cooperazione sull’Iran, per fermare il programma di armamento atomico. In cambio avrebbe abortito il progettato scudo spaziale, che i russi percepiscono come una minaccia. Per tutta risposta la Russia sta ancora trattando con Teheran la vendita di missili contraerei S-300, che renderebbero arduo qualsiasi attacco per scongiurare l’arrivo della Bomba atomica iraniana. Due settimane dopo l’incontro Clinton-Lavrov, il generale russo Nikolai Solovtsov ha annunciato che il prossimo dicembre, appena scadrà il trattato Start-1, Mosca metterà in stato di allerta permanente un centro di comando e una divisione armata con i nuovi missili intercontinentali nucleari Rs-24. Sono armi di nuova generazione, che non seguono un semplice arco balistico ma che al rientro nell’atmosfera si dividono in tante testate che hanno anche capacità di manovra: per eludere e penetrare meglio lo scudo spaziale americano.

La cooperazione non funziona perché America e Russia non hanno interessi reciproci,
ma conflittuali. Sull’Iran, Mosca vuole continuare a essere il canale di intermediazione privilegiato. E Washington replica pensando a un gasdotto che, passando dal sud asiatico e anche attraverso l’Iran, taglierà fuori la Russia dal mercato energetico europeo.

Sull’Afghanistan, Washington vuole battere i talebani il prima possibile e tirarsi fuori da una guerriglia infernale. Mosca, di nuovo, punta a trascinare le cose, per continuare a essere un controllore d’area importante [...]
Considerato che la relazione non funziona come sperato, alla Casa Bianca riprende vigore la corrente più ostile alla Russia: il presidente Barack Obama è un ex allievo di Zbigniew Brzezinski alla Columbia University, e Brzezinski è un sopravvissuto della Guerra fredda. “Putin è come Hitler”, dichiarò l’estate scorsa durante la guerra in Georgia. La sua visione strategica, risalente alla guerra in Afghanistan, è sempre stata: isolare la Russia, combattere i suoi interessi fin nel Caucaso e nell’Asia centrale.
[...]
Il meeting Nato Russia del 7 maggio è saltato. [...]

La ritrovata freddezza arriva sull’Italia. In silenzio, l’Amministrazione Obama preferisce sia Fiat a vincere la gara per Opel, asset di General Motors: non vede di buon occhio la cordata Magna, che dispone di molta liquidità ma fa capo a Sberbank, la più grande banca russa, 64 per cento in mano allo stato (e quindi a Putin). Cambia anche la nostra politica estera: il nostro tradizionale ruolo di cerniera, il Cav. con lo Stetson da cowboy e il Cav. con il colbacco in testa, non è più possibile. O da questa o da quella parte. In attesa di capire che cosa faremo, la Casa Bianca non si fa sentire".
...E, a proposito dell'ultimo paragrafo sulle possibili ricadute italiche, segnalo anche, agli appassionati di dietrologia (io no), il succulento pezzo di Fausto Carioti su Libero di oggi (scritto ricamando su uno di Lucia Annunziata su La Stampa di ieri).

Che dire? Dopo i disgustosi azzardi di tre mesi fa, un simile revirement sembra troppo bello per essere vero...

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